Prof. V. Bucci sabatini
Martedì 11 Novembre si è tenuta presso lo StarHotel la penultima serata SIA dell’anno, che ha ospitato il Dott.Bucci Sabattini con una relazione riguardo la minima invasività e il carico immediato.
La trattazione è iniziata con un breve excursus di quali siano stati i principi iniziali e i padri fondatori dell’implantologia e di come la ricerca scientifica abbia proposto negli anni nuove tecnologie, rivolte soprattutto al raggiungimento di un’osteointegrazione ottimale.
A questo riguardo il relatore ha soffermato l’attenzione su come le nanotecnologie stiano assumendo una sempre maggiore importanza relativamente ai meccanismi biologici che promuovono la crescita ossea.
Il relatore, avvalendosi di numerosi filmati, ha illustrato casi clinici al fine di evidenziare quali possano essere le procedure implantoprotesiche e i loro relativi problemi.
La documentazione proposta ha sottolineato come la scelta dell’implantoprotesi a carico immediato possa essere una soluzione terapeutica adeguata per edentulie, gravi patologie dentarie e parodontali. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
La trattazione è iniziata con un breve excursus di quali siano stati i principi iniziali e i padri fondatori dell’implantologia e di come la ricerca scientifica abbia proposto negli anni nuove tecnologie, rivolte soprattutto al raggiungimento di un’osteointegrazione ottimale.
A questo riguardo il relatore ha soffermato l’attenzione su come le nanotecnologie stiano assumendo una sempre maggiore importanza relativamente ai meccanismi biologici che promuovono la crescita ossea.
Il relatore, avvalendosi di numerosi filmati, ha illustrato casi clinici al fine di evidenziare quali possano essere le procedure implantoprotesiche e i loro relativi problemi.
La documentazione proposta ha sottolineato come la scelta dell’implantoprotesi a carico immediato possa essere una soluzione terapeutica adeguata per edentulie, gravi patologie dentarie e parodontali. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Prof. L. Prosper
La serata SIA di Giovedì 16 Ottobre ha visto l'associazione impegnata non sono culturalmente, con la relazione del Dott. Prosper, ma anche socialmente: infatti, l'intero ricavato della serata è stato devoluto all'associazione genovese "Non c'è fango che tenga", in aiuto a chi è stato gravemente colpito dall’alluvione.
Il tema centrale della serata è stato la “predicibilità della protesi provvisoria quale obiettivo di biocompatibilità su dente naturale e implantoprotesi” e quindi come una corretta gestione del provvisorio possa condizionare i tessuti molli limitrofi e garantire il successo della riabilitazione protesica. Un'adeguata maturazione tissutale, ottenuta previo inserimento di un provvisorio biologicamente rispettoso, consente al protesista di stabilizzare e mantenere la tonicità del tessuto gengivale. Sia nella protesi implantare che nella protesi su dente naturale il comune denominatore è il condizionamento ottimale dei tessuti, infatti alla base di ogni pianificazione protesica devono esserci adeguate considerazioni anatomiche. Con l'ausilio di immagini didattiche e numerosi casi clinici, il Dott. Prosper, ha mostrato come una corretta preparazione dell'elemento dentale, che sia il più specifico possibile per ogni contingenza clinica, il rispetto dell'ampiezza biologica e una particolare attenzione all’occlusione, influiscano sul risultato protesico. Infine, è stato sottolineato come un corretto flusso di informazioni tra odontoiatra e odontotecnico diminuisca l'incidenza di errori e complicanze proteiche. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il tema centrale della serata è stato la “predicibilità della protesi provvisoria quale obiettivo di biocompatibilità su dente naturale e implantoprotesi” e quindi come una corretta gestione del provvisorio possa condizionare i tessuti molli limitrofi e garantire il successo della riabilitazione protesica. Un'adeguata maturazione tissutale, ottenuta previo inserimento di un provvisorio biologicamente rispettoso, consente al protesista di stabilizzare e mantenere la tonicità del tessuto gengivale. Sia nella protesi implantare che nella protesi su dente naturale il comune denominatore è il condizionamento ottimale dei tessuti, infatti alla base di ogni pianificazione protesica devono esserci adeguate considerazioni anatomiche. Con l'ausilio di immagini didattiche e numerosi casi clinici, il Dott. Prosper, ha mostrato come una corretta preparazione dell'elemento dentale, che sia il più specifico possibile per ogni contingenza clinica, il rispetto dell'ampiezza biologica e una particolare attenzione all’occlusione, influiscano sul risultato protesico. Infine, è stato sottolineato come un corretto flusso di informazioni tra odontoiatra e odontotecnico diminuisca l'incidenza di errori e complicanze proteiche. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. M. Semenza
La prima serata SIA dopo la pausa estiva, svoltasi Giovedì 25 settembre presso lo StarHotel, ha ospitato il Dott. Semenza con una relazione in merito all’ “Approccio razionale alla preparazione dei denti pilastro ed alla registrazione dei dati anatomici in protesi fissa” e ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso ed entusiasta.
Il successo protesico riconosce come condizione necessaria l’efficiente collaborazione fra odontoiatra e odontotecnico: il clinico deve mettere in condizione il laboratorio di valorizzare il proprio lavoro, in quanto non c’è modo di correggere errori commessi nella fase di presa di impronta o di colatura dei modelli.
Il relatore ha da subito posto in evidenza come non sia la tecnica utilizzata a determinare il successo clinico, quanto piuttosto il modo in cui questa viene applicata.
Il rilevamento di una valida impronta in protesi fissa è frutto innanzitutto di una buona diagnosi, seguita da una corretta valutazione del caso clinico e, in un secondo tempo, da procedure operative idonee.
Queste ultime, in particolare, riguardano sia la tecnica di preparazione degli elementi dentali, che deve essere “personalizzata” al caso clinico e avere un approccio biologicamente rispettoso nei confronti dei tessuti parodontali, sia il materiale da impronta utilizzato, di cui si devono conoscere nei minimi dettagli le caratteristiche.
In conclusione, oltre ad illustrare i suoi successi clinici, il Dott.Semenza, utilizzando un approccio didattico e accessibile anche ai neofiti, ha soffermato l’attenzione sugli obiettivi che il professionista deve perseguire nella presa d’impronta. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il successo protesico riconosce come condizione necessaria l’efficiente collaborazione fra odontoiatra e odontotecnico: il clinico deve mettere in condizione il laboratorio di valorizzare il proprio lavoro, in quanto non c’è modo di correggere errori commessi nella fase di presa di impronta o di colatura dei modelli.
Il relatore ha da subito posto in evidenza come non sia la tecnica utilizzata a determinare il successo clinico, quanto piuttosto il modo in cui questa viene applicata.
Il rilevamento di una valida impronta in protesi fissa è frutto innanzitutto di una buona diagnosi, seguita da una corretta valutazione del caso clinico e, in un secondo tempo, da procedure operative idonee.
Queste ultime, in particolare, riguardano sia la tecnica di preparazione degli elementi dentali, che deve essere “personalizzata” al caso clinico e avere un approccio biologicamente rispettoso nei confronti dei tessuti parodontali, sia il materiale da impronta utilizzato, di cui si devono conoscere nei minimi dettagli le caratteristiche.
In conclusione, oltre ad illustrare i suoi successi clinici, il Dott.Semenza, utilizzando un approccio didattico e accessibile anche ai neofiti, ha soffermato l’attenzione sugli obiettivi che il professionista deve perseguire nella presa d’impronta. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Prof. T. Vercellotti
L’ultima serata SIA prima delle vacanze estive, tenutasi Giovedi 12 giugno presso lo StarHotel, ha visto protagonista l’inventore della chirurgia ossea piezoelettrica, il Prof. Vercellotti, con una relazione dal titolo “Piezosurgery: attualità nella pratica quotidiana e prospettive future”.
Attraverso numerosi casi clinici e una magistrale revisione della letteratura, ha mostrato come l’utilizzo della piezosurgery possa agevolare l’odontoiatra sia nei casi di chirurgia quotidiana, come un’estrazione o la preparazione del sito implantare, sia nei casi più complessi, come il rialzo di seno mascellare.
A differenza delle tecniche tradizionali, l’uso dello strumento piezoelettrico consente precisione e controllo intraoperatorio, selettività di taglio e azione antibatterica grazie all’effetto di cavitazione.
La stimolazione ultrasonica, tramite microvibrazioni, determina una miglior risposta dei tessuti perimplantari, favorendo una più rapida e intensa osseointegrazione, tanto che si è arrivati a coniare il neologismo “ultra-osseointegrazione”.
Prima di concludere la serata, il Dott.Vercellotti, ha presentato attraverso un video di simulazione, quali sono le prospettive future nel trattamento implantare delle creste ossee sottili: i wedge implants. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Attraverso numerosi casi clinici e una magistrale revisione della letteratura, ha mostrato come l’utilizzo della piezosurgery possa agevolare l’odontoiatra sia nei casi di chirurgia quotidiana, come un’estrazione o la preparazione del sito implantare, sia nei casi più complessi, come il rialzo di seno mascellare.
A differenza delle tecniche tradizionali, l’uso dello strumento piezoelettrico consente precisione e controllo intraoperatorio, selettività di taglio e azione antibatterica grazie all’effetto di cavitazione.
La stimolazione ultrasonica, tramite microvibrazioni, determina una miglior risposta dei tessuti perimplantari, favorendo una più rapida e intensa osseointegrazione, tanto che si è arrivati a coniare il neologismo “ultra-osseointegrazione”.
Prima di concludere la serata, il Dott.Vercellotti, ha presentato attraverso un video di simulazione, quali sono le prospettive future nel trattamento implantare delle creste ossee sottili: i wedge implants. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. A. Podestà
Con una relazione dal titolo "Ortodonzia rapida e microchirurgia: come l'odontoiatra può aiutare l'ortodontista e viceversa" la SIA ha ospitato, nella serata di Giovedì 15 Maggio presso lo StarHotel, un altro esponente d'eccellenza dell'odontoiatria genovese, il Dott. Podestá.
Il dott. Podestá ha aperto la serata esponendo in modo chiaro e semplice i concetti di base del movimento ortodontico, dimostrando quanto l'ortodonzia sia connessa ad altre discipline quali parodontologia e chirurgia. Il movimento ortodontico tradizionale risulta essere alla base dell'approccio microchirurgico e si basa su un fenomeno fisiologico di risposta del legamento parodontale alle forze ad esso applicate. Comprendendo come l’applicazione di una forza ortodontica corretta agisca a livello del legamento parodontale e quindi dell’osso alveolare, in termini di riassorbimento e apposizione, è facile intuire l’importanza della qualità e della quantità di osso, nella valutazione del quale si ha uno dei momenti di massima cooperazione tra odontoiatra e ortodontista; l'applicazione di forze scorrette provoca o un movimento dentale non corretto oppure un fenomeno ischemico che, coinvolgendo il legamento parodontale, può sfociare nella rizolisi. Il Dott. Podestá ha proseguito la dissertazione con un excursus storico riguardante procedure chirurgiche quali corticotomia, decorticazione e osteotomia, sottolineando l’importanza dell’ausilio fornito dalla tecnologia piezosurgery. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il dott. Podestá ha aperto la serata esponendo in modo chiaro e semplice i concetti di base del movimento ortodontico, dimostrando quanto l'ortodonzia sia connessa ad altre discipline quali parodontologia e chirurgia. Il movimento ortodontico tradizionale risulta essere alla base dell'approccio microchirurgico e si basa su un fenomeno fisiologico di risposta del legamento parodontale alle forze ad esso applicate. Comprendendo come l’applicazione di una forza ortodontica corretta agisca a livello del legamento parodontale e quindi dell’osso alveolare, in termini di riassorbimento e apposizione, è facile intuire l’importanza della qualità e della quantità di osso, nella valutazione del quale si ha uno dei momenti di massima cooperazione tra odontoiatra e ortodontista; l'applicazione di forze scorrette provoca o un movimento dentale non corretto oppure un fenomeno ischemico che, coinvolgendo il legamento parodontale, può sfociare nella rizolisi. Il Dott. Podestá ha proseguito la dissertazione con un excursus storico riguardante procedure chirurgiche quali corticotomia, decorticazione e osteotomia, sottolineando l’importanza dell’ausilio fornito dalla tecnologia piezosurgery. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. F. Tosolin
Nella serata di martedì 15 aprile la SIA ha ospitato, presso lo Starhotel, il Dott. Tosolin con un argomento di indiscusso interesse e attualità, “La gestione dello studio odontoiatrico in tempo di crisi: prospettive e soluzioni”, che ha infatti visto la presenza di un numeroso pubblico composto sia da odontoiatri sia dal personale ausiliario.
Alla luce della situazione attuale del settore odontoiatrico, colpito non solo dalla crisi economica ma anche dalla saturazione dei mezzi di comunicazione e dall’aumento della concorrenza, risulta essenziale adottare metodi scientifici per apportare un miglioramento nella gestione dello studio. A questo fine è indispensabile la valutazione ed una eventuale revisione del comportamento dell’intero team odontoiatrico; infatti è dimostrato che il cambiamento comportamentale ha un impatto maggiore rispetto all’eventuale innovazione tecnologica apportabile. Come fare quindi a ottenere i comportamenti desiderati? Come teorizzato da Skinner l’unica via efficace si basa sul rinforzo positivo ovvero una gratificazione conseguente ai singoli comportamenti e non all’intero risultato che ne deriva.
La gestione del moderno studio odontoiatrico si deve avvalere di elementi quali Marketing, management e comunicazione, nei quali il Dott. Tosolin individua la chiave per ottenere la fidelizzazione del paziente e per far sì che percepisca al meglio la qualità ricevuta. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Alla luce della situazione attuale del settore odontoiatrico, colpito non solo dalla crisi economica ma anche dalla saturazione dei mezzi di comunicazione e dall’aumento della concorrenza, risulta essenziale adottare metodi scientifici per apportare un miglioramento nella gestione dello studio. A questo fine è indispensabile la valutazione ed una eventuale revisione del comportamento dell’intero team odontoiatrico; infatti è dimostrato che il cambiamento comportamentale ha un impatto maggiore rispetto all’eventuale innovazione tecnologica apportabile. Come fare quindi a ottenere i comportamenti desiderati? Come teorizzato da Skinner l’unica via efficace si basa sul rinforzo positivo ovvero una gratificazione conseguente ai singoli comportamenti e non all’intero risultato che ne deriva.
La gestione del moderno studio odontoiatrico si deve avvalere di elementi quali Marketing, management e comunicazione, nei quali il Dott. Tosolin individua la chiave per ottenere la fidelizzazione del paziente e per far sì che percepisca al meglio la qualità ricevuta. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. M. Roccuzzo
Con una relazione dal titolo “Il piano di trattamento del paziente parodontale” il Dott. Mario Roccuzzo è stato protagonista del quarto incontro S.I.A 2014, tenutosi nella serata di Giovedi 27 marzo presso lo StarHotel President. L’evento, accreditato ECM, ha visto un’ampia partecipazione sia di odontoiatri che di igienisti dentali.
Il Dott. Roccuzzo ha immediatamente coinvolto i presenti chiedendo loro quali fossero le domande più frequenti che l’odontoiatra si pone nei confronti dell’approccio al paziente parodontale, dalle quali è emerso quanto la motivazione, per l’odontoiatra moderno, sia un problema ricorrente. Infatti, come sottolineato più volte, i batteri patogeni colonizzano il cavo orale anche in assenza di tasche parodontali, rendendo l’igiene orale obiettivo essenziale. La letteratura scientifica odierna conferma come la diminuzione della carica batterica aumenti la probabilità di salvaguardare i denti naturali, richiesta sempre più attuale da parte del paziente.
Anche nel caso in cui l’odontoiatra debba ricorrere alla terapia implantare il corretto inquadramento diagnostico e un controllo costante nel tempo sono fattori prognostici positivi, non essendo gli impianti esenti dai medesimi rischi microbiologici.
La serata si è conclusa con la presentazione di numerosi casi clinici, che hanno visto un’attiva partecipazione del pubblico nella discussione del piano di trattamento, e di un protocollo di inserzione implantare che vede nel rispetto delle tempistiche adeguate il miglior alleato dell’odontoiatra. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il Dott. Roccuzzo ha immediatamente coinvolto i presenti chiedendo loro quali fossero le domande più frequenti che l’odontoiatra si pone nei confronti dell’approccio al paziente parodontale, dalle quali è emerso quanto la motivazione, per l’odontoiatra moderno, sia un problema ricorrente. Infatti, come sottolineato più volte, i batteri patogeni colonizzano il cavo orale anche in assenza di tasche parodontali, rendendo l’igiene orale obiettivo essenziale. La letteratura scientifica odierna conferma come la diminuzione della carica batterica aumenti la probabilità di salvaguardare i denti naturali, richiesta sempre più attuale da parte del paziente.
Anche nel caso in cui l’odontoiatra debba ricorrere alla terapia implantare il corretto inquadramento diagnostico e un controllo costante nel tempo sono fattori prognostici positivi, non essendo gli impianti esenti dai medesimi rischi microbiologici.
La serata si è conclusa con la presentazione di numerosi casi clinici, che hanno visto un’attiva partecipazione del pubblico nella discussione del piano di trattamento, e di un protocollo di inserzione implantare che vede nel rispetto delle tempistiche adeguate il miglior alleato dell’odontoiatra. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. F. Scutellà
Giovedi 6 marzo, presso lo Starhotel, si è tenuto il terzo incontro annuale SIA, che ha visto ospite il Dott. Scutellà con una relazione sui protocolli operativi nelle riabilitazioni protesiche.
Il relatore ha posto l’attenzione su uno dei maggiori problemi riportati dalla letteratura in ambito protesico, ovvero il mantenimento e la stabilità nel tempo dei tessuti molli e su come questi possano essere ovviati con l’utilizzo di protocolli alternativi. Dai numerosi casi clinici è emerso come un’accurata gestione dei tessuti molli sia il gold standard per il successo della riabilitazione protesica sia su denti naturali, mediante una corretta geometria della preparazione in combinazione con il gingitage, sia su impianti, in accordo a un corretto disegno e posizionamento implantare.
(Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il relatore ha posto l’attenzione su uno dei maggiori problemi riportati dalla letteratura in ambito protesico, ovvero il mantenimento e la stabilità nel tempo dei tessuti molli e su come questi possano essere ovviati con l’utilizzo di protocolli alternativi. Dai numerosi casi clinici è emerso come un’accurata gestione dei tessuti molli sia il gold standard per il successo della riabilitazione protesica sia su denti naturali, mediante una corretta geometria della preparazione in combinazione con il gingitage, sia su impianti, in accordo a un corretto disegno e posizionamento implantare.
(Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. C. Robello - Dott. M. Palazzo - Dott. M. Veneziani - Dott. P. Ferrari - Prof. E. Berutti
Il 1 febbraio 2014, nel 150° anniversario della diga di gomma, il congresso annuale S.I.A. ha ospitato alcuni tra i più importanti esponenti dell’Accademia Italiana di Conservativa e della Società Italiana di Endodonzia.
Ha introdotto la giornata il Dott.Robello con una breve digressione storica sulla diga di gomma e sottolineando, in seguito, l'importanza di avere un chiaro protocollo step by step per la sua applicazione. Inoltre, dal momento che la maggior parte degli odontoiatri perde interesse all'uso della diga a causa delle difficoltá riscontrate inizialmente, il Dott.Palazzo ha proseguito la discussione illustrando vantaggi, trucchi e malizie fondamentali per risolvere problematiche di stabilizzazione sia dell’uncino che del foglio di gomma anche in situazioni complesse.
L’isolamento del campo con la diga è una fase imprescindibile e parte integrante di ogni protocollo operativo restaurativo, come è emerso dai numerosissimi casi clinici mostrati dal Dott.Veneziani e dal Dott.Ferrari. La giornata si è conclusa con il Prof. Berutti che, nella descrizione magistrale dei più moderni ed efficaci protocolli operativi, ha sottolineato come anche l’endodonzia moderna non possa prescindere da un corretto uso della diga di gomma. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Ha introdotto la giornata il Dott.Robello con una breve digressione storica sulla diga di gomma e sottolineando, in seguito, l'importanza di avere un chiaro protocollo step by step per la sua applicazione. Inoltre, dal momento che la maggior parte degli odontoiatri perde interesse all'uso della diga a causa delle difficoltá riscontrate inizialmente, il Dott.Palazzo ha proseguito la discussione illustrando vantaggi, trucchi e malizie fondamentali per risolvere problematiche di stabilizzazione sia dell’uncino che del foglio di gomma anche in situazioni complesse.
L’isolamento del campo con la diga è una fase imprescindibile e parte integrante di ogni protocollo operativo restaurativo, come è emerso dai numerosissimi casi clinici mostrati dal Dott.Veneziani e dal Dott.Ferrari. La giornata si è conclusa con il Prof. Berutti che, nella descrizione magistrale dei più moderni ed efficaci protocolli operativi, ha sottolineato come anche l’endodonzia moderna non possa prescindere da un corretto uso della diga di gomma. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Prof. M. Tonetti
Mercoledi 15 gennaio, presso lo StarHotel, si è tenuto il primo incontro del programma culturale SIA 2014.Ospite della serata è stato il Prof. Tonetti, indiscusso luminare e ricecatore di fama internazionale, che ha affrontato il tema "Vantaggi e svantaggi di impianti con una piattaforma a livello tissutale o a livello osseo: biologia, evidenza scientifica, scelta clinica".La serata si è aperta con una magistrale revisione della letteratura riguardo la possibilitá di avere, in ambito implantare, un risultato funzionale ed estetico stabile e prevedibile clinicamente a lungo termine. Dagli studi presentati è emerso come l'elemento chiave nella scelta della tipologia implantare risulti essere la morfologia e la posizione della connessione protesica in rapporto ai livelli tissutali. Inoltre il Prof. Tonetti, alla luce della sua esperienza clinica, ha concluso che la miglior soluzione terapeutica è sempre cercare di mantenere il più a lungo possibile i denti naturali e, solo in seconda scelta, optare per l'estrazione e la sostituzione con terapie implantologiche. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)