Dott. Giovanni Sammarco
L'ultima serata S.I.A 2019 ha visto come protagonista il Dottor Giovanni Sammarco nel tema " L'evoluzione della restaurativa: minima invasivitá, massimo successo".
Si è parlato dell'importanza del trattamento non chirurgico della patologia cariosa per prevenirne l'evoluzione. Esistono infatti due differenti tipi di diagnosi, quella dentale che verifica entità e presenza degli esiti partendo dalla demineralizzazione fino alla eventuale perdita dell'elemento, e una diagnosi cariologica derivante dall'analisi di quelle che sono le cause. Per modificare i comportamenti che portano alla formazione di carie, risulta fondamentale la collaborazione odontoiatra ed igienista. Inoltre si è parlato di come nelle lesioni interprossimale non cavitate possiamo fare infiltrazioni con resina, al fine di impregnare la parte di dente demineralizzata e proteggerla.
Per quanto riguarda il tema della cavitazione si è sottolineato come Rx e transilluminazione non diano informazioni in merito, analizzando quelle che sono le evidenze riportate in letteratura. Dopo una breve pausa si è parlato diapprocci cavitari, si sono date le indicazioni per una reale mini invasivitá ripercorrendo le varie fasi di quella che viene definita geometria restaurativa. Infine si è parlato di white spot, ipomineralizzazioni che intaccano solamente lo smalto, della loro classificazione e di quelli che sono gli elementi ipoplasici o ipomineralizzati.a qui per modificare. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Si è parlato dell'importanza del trattamento non chirurgico della patologia cariosa per prevenirne l'evoluzione. Esistono infatti due differenti tipi di diagnosi, quella dentale che verifica entità e presenza degli esiti partendo dalla demineralizzazione fino alla eventuale perdita dell'elemento, e una diagnosi cariologica derivante dall'analisi di quelle che sono le cause. Per modificare i comportamenti che portano alla formazione di carie, risulta fondamentale la collaborazione odontoiatra ed igienista. Inoltre si è parlato di come nelle lesioni interprossimale non cavitate possiamo fare infiltrazioni con resina, al fine di impregnare la parte di dente demineralizzata e proteggerla.
Per quanto riguarda il tema della cavitazione si è sottolineato come Rx e transilluminazione non diano informazioni in merito, analizzando quelle che sono le evidenze riportate in letteratura. Dopo una breve pausa si è parlato diapprocci cavitari, si sono date le indicazioni per una reale mini invasivitá ripercorrendo le varie fasi di quella che viene definita geometria restaurativa. Infine si è parlato di white spot, ipomineralizzazioni che intaccano solamente lo smalto, della loro classificazione e di quelli che sono gli elementi ipoplasici o ipomineralizzati.a qui per modificare. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Congresso SIA 2019
Ad onorarci d'introdurre il congresso annuale SIA, due Maestri della Scuola di Porta Mascarella: il Dottor Giancarlo Carnevale e il Dottor Gianfranco Di Febo hanno ripercorso gli eventi e i personaggi più significativi della loro formazione e carriera professionale nonché della scuola bolognese, che hanno creato e reso tanto prestigiosa. La vera e propria sessione scientifica si è aperta con un'interessante esposizione dei Dr. Leonardo Maggiolino e Dr. Maurizio Zilli. È stato esposto, in maniera esaustiva il protocollo che la scuola di Bologna adotta per affrontare ogni caso clinico, dalla prima visita, alla diagnosi, fino alla sequenza operativa, con piano di trattamento e infine rivalutazione. In seguito il Dr. Attilio Bedendo, Dr. Edoardo Foce e Dr. Gaetano Noè hanno parlato di aspetti parodontali della preparazione preliminare, intraoperatoria e definitiva di pilastri protesici con tecnica VEP.In tale relazione, in merito al mantenimento e al rispetto dell'attacco connettivale, è stata discussa la preparazione verticale Edgeless, dalle fasi operative ai vantaggi clinici. Successivamente il Dr. Fabio Carboncini ha trattato un tema delicato, ma che forse non viene ancora abbastanza discusso: la gestione dell'occlusione nelle varie fasi di trattamento. Avvalendosi di articoli tratti dalla letteratura scientifica, è stato in particolare sviluppato il concetto di "occlusione patologica" ed il rapporto tra occlusione e protesi fissa.
Dopo una breve pausa pranzo il Dottor Massimo Fuzzi e Odt. Roberto Bonfiglioli, gli altri due Maestri di Porta Mascarella, hanno introdotto, con parole di grande incoraggiamento e di passione, i loro allievi Odt. Giuseppe Lucente e il Dr. Stefano Petreni. Nella relazione si è parlato di progettazione protesica analizzando obiettivi, sequenza operativa e realizzazione. Sono stati analizzati i vari aspetti che portano alla creazione di un manufatto preciso, funzionale, e dettagliato, condividendo con la platea quelli che sono gli aneddoti e i consigli nella pratica quotidiana per odontoiatra e odontotecnico.
In seguito la Dr.ssa Cristina Bellucci e il Dr. Pierluigi Casella hanno parlato di tecniche adesive evidenziando quelle che sono le evoluzioni e le nuove conoscenze. Si sono elencate le caratteristiche dei vari cementi analizzando pro e contro del loro utilizzo in correlazione anche al tipo di materiale da restauro. Sono stati inoltre mostrati numerosi casi clinici sillabando quelli che sono i passaggi per la preparazione dell'elemento.
Infine, e non per importanza, il Dr. Alberto Fonzar ci ha parlato della gestione tissutale nelle zone estetiche e nei settori posteriori sia per quel che riguarda il dente naturale che l'impianto. Si sono analizzate le evidenze scientifiche riportate in letteratura in merito anche alle differenti tecniche per la gestione dei tessuti attraverso numerosi casi clinici. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dopo una breve pausa pranzo il Dottor Massimo Fuzzi e Odt. Roberto Bonfiglioli, gli altri due Maestri di Porta Mascarella, hanno introdotto, con parole di grande incoraggiamento e di passione, i loro allievi Odt. Giuseppe Lucente e il Dr. Stefano Petreni. Nella relazione si è parlato di progettazione protesica analizzando obiettivi, sequenza operativa e realizzazione. Sono stati analizzati i vari aspetti che portano alla creazione di un manufatto preciso, funzionale, e dettagliato, condividendo con la platea quelli che sono gli aneddoti e i consigli nella pratica quotidiana per odontoiatra e odontotecnico.
In seguito la Dr.ssa Cristina Bellucci e il Dr. Pierluigi Casella hanno parlato di tecniche adesive evidenziando quelle che sono le evoluzioni e le nuove conoscenze. Si sono elencate le caratteristiche dei vari cementi analizzando pro e contro del loro utilizzo in correlazione anche al tipo di materiale da restauro. Sono stati inoltre mostrati numerosi casi clinici sillabando quelli che sono i passaggi per la preparazione dell'elemento.
Infine, e non per importanza, il Dr. Alberto Fonzar ci ha parlato della gestione tissutale nelle zone estetiche e nei settori posteriori sia per quel che riguarda il dente naturale che l'impianto. Si sono analizzate le evidenze scientifiche riportate in letteratura in merito anche alle differenti tecniche per la gestione dei tessuti attraverso numerosi casi clinici. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Nicola Sforza
La serata di ottobre, presieduta dal Dottor Nicola Marco Sforza, ha trattato il tema:"La gestione del sito post estrattivo per fini implantari e gli impianti post-estrattivi". Nell'introduzione sono stati forniti dati sull'incidenza e la prevalenza delle complicanze infiammatorie degli impianti dentali: mucositi e perimplantiti.
Successivamente è stata illustrata la classificazione degli impianti post-estrattivi secondo i tempi d'inserzione e i parametri clinici che dovrebbero farci propendere verso l'una o l'altra scelta.
Nell'ambito della preservazione della cresta alveolare è stato anche discusso un interessante studio riguardo all'andamento del riassorbimento del sito post-estrattivo, approfondendo poi il tema in riferimento al settore estetico.
Il relatore ha in seguito mostrato numerosi casi clinici in merito alla tematica impianto post-estrattivo immediato, fornendo saggi e pratici consigli su come affrontare la gestione del caso.
Dopo una breve pausa, la platea ha potuto osservare alcuni video delle differenti tecniche analizzate nel corso della serata e si è posta l'attenzione sulle varie cause di recessioni, indipendenti dal timing di inserzione implantare.
Infine si è parlato di preservazione del sito alveolare, dei vari studi clinici riportati in letteratura e delle procedure attraverso un interessante excursus di casi. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Successivamente è stata illustrata la classificazione degli impianti post-estrattivi secondo i tempi d'inserzione e i parametri clinici che dovrebbero farci propendere verso l'una o l'altra scelta.
Nell'ambito della preservazione della cresta alveolare è stato anche discusso un interessante studio riguardo all'andamento del riassorbimento del sito post-estrattivo, approfondendo poi il tema in riferimento al settore estetico.
Il relatore ha in seguito mostrato numerosi casi clinici in merito alla tematica impianto post-estrattivo immediato, fornendo saggi e pratici consigli su come affrontare la gestione del caso.
Dopo una breve pausa, la platea ha potuto osservare alcuni video delle differenti tecniche analizzate nel corso della serata e si è posta l'attenzione sulle varie cause di recessioni, indipendenti dal timing di inserzione implantare.
Infine si è parlato di preservazione del sito alveolare, dei vari studi clinici riportati in letteratura e delle procedure attraverso un interessante excursus di casi. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Mario Imburgia
Dopo la breve pausa estiva, la platea della S.I.A ha visto come protagonista il Dott. Mario Imburgia, con la sua relazione "Nuovi orizzonti nella riabilitazione estetica".
Temi della serata sono stati la "Digital Dentistry" e tutti i suoi step: l'acquisizione dei dati digitali, la pianificazione tramite software, la realizzazione di manufatti stampati o fresati e infine l'applicazione del digitale alla chirurgia guidata, alla protesi ed all'ortodonzia.
Sono state elencate le caratteristiche e i possibili utilizzi clinici degli scanner intraorali.
La fase di progettazione risulta inoltre fondamentale nell'ottica del Digital Smile Design, con vantaggi sia dal punto di vista del lavoro, che nella comunicazione con il paziente.
È stata inoltre proposta alla platea un'interessante dimostrazione pratica dell'impiego dell'analisi estetica digitale e delle sue implicazioni in odontoiatria restaurativa, implantoprotesi, ortodonzia.
Infine si è analizzato come, negli ultimi anni, software e nuove applicazioni abbiano permesso di semplificare il workflow e di rendere più predicibile il risultato del trattamento. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Temi della serata sono stati la "Digital Dentistry" e tutti i suoi step: l'acquisizione dei dati digitali, la pianificazione tramite software, la realizzazione di manufatti stampati o fresati e infine l'applicazione del digitale alla chirurgia guidata, alla protesi ed all'ortodonzia.
Sono state elencate le caratteristiche e i possibili utilizzi clinici degli scanner intraorali.
La fase di progettazione risulta inoltre fondamentale nell'ottica del Digital Smile Design, con vantaggi sia dal punto di vista del lavoro, che nella comunicazione con il paziente.
È stata inoltre proposta alla platea un'interessante dimostrazione pratica dell'impiego dell'analisi estetica digitale e delle sue implicazioni in odontoiatria restaurativa, implantoprotesi, ortodonzia.
Infine si è analizzato come, negli ultimi anni, software e nuove applicazioni abbiano permesso di semplificare il workflow e di rendere più predicibile il risultato del trattamento. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Stefano Speroni
La scorsa serata S.I.A. dal titolo "Management dei tessuti duri e molli nel trattamento implantare in zone estetiche" ha visto come protagonista il Dottor Stefano Speroni. Si sono analizzate differenti tecniche chirurgiche e accorgimenti da attuare nella corretta pianificazione della riabilitazione. Tale progettazione consente di correggere le anomalie morfologiche del tessuto molle perimplantare sottolineando, inoltre, l'importanza di quelle che sono le esigenze del paziente anche dal punto di vista estetico. Nei casi in cui si abbiano parametri insufficienti, come la mancanza del fornice vestibolare, la presenza di una mucosa cheratinizzata non adeguata e l'insufficiente spessore, esistono una serie di interventi atti a migliorare il complesso dei tessuti. Dopo una breve pausa sono stati posti all'attenzione della platea tecniche di rigenerazione ossea mediante l’utilizzo di membrane rinforzate e non, che permettono di ottenere un substrato osseo importante per la stabilità implantare nel tempo. Sono state così considerate le condizioni più semplici da riabilitare fino ad arrivare alle grandi atrofie mascellari attraverso differenti casi clinici e l'analisi della letteratura. Per il successo del trattamento implantare sono stati quindi individuati i seguenti punti: programmazione, analisi del difetto, inserimento dell'impianto, protesizzazione, impronta, prova della struttura e infine la consegna del lavoro definitivo. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Alessandro Marcoli
Anche la scorsa serata S.I.A. è stata una relazione di altissimo livello: il Dottor Piero Alessandro Marcoli ci ha parlato di "Aspetti endodontico-conservativi in traumatologia dentale". Il relatore ha sviscerato il tema dei traumi sia sui denti decidui, che sugli elementi permanenti. Si sono analizzati diversi fattori come incrinature, lussazioni estrusive o intrusive, ben più problematiche, fratture dentali e/o del processo alveolare; complicanze quali necrosi e conseguente infezione periapicale. Attraverso un lungo e interessante excursus di casi clinici il relatore ha trasmesso al pubblico utili metodi d'approccio a questi casi di emergenza o urgenza: anamnesi, esame clinico obiettivo e radiografico, fino alle indicazioni terapeutiche. Molta attenzione è stata posta in particolare alle malocclusioni dentali che possono predisporre a traumi dentali. Nella seconda parte della relazione si è parlato di quelli che sono i problemi legati all'incappucciamento pulpare ed ai frammenti dentali analizzando inoltre le evidenze scientifiche. Successivamente si sono affrontati casi più complessi come fratture corono- radicolari e radicolari, le quali prevedono uno splintaggio di 90 giorni e la terapia endontica del solo moncone coronale. Infine si è parlato di casi di avulsioni traumatiche dove risultano fondamentali lo stadio di sviluppo radicolare, la durata del periodo extra alveolare a secco, il reimpianto immediato ed il tempo in cui il dente rimane immerso nel latte o nella saliva prima del reimpianto. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Alberto Fonzar
Uno dei quesiti storici dell'odontoiatria, soprattutto in caso di pazienti parodontali, ha animato il nostro quarto incontro dell'anno, tenuto dal Dottor Alberto Fonzar: "Quando tenere i denti e quando mettere gli impianti". Nel passato l'avvento degli impianti ha portato ad una mitizzazione degli stessi, fino a preferirli spesso al dente naturale. La scelta clinica tra queste due alternative, tuttavia, è valutabile sulla base di precisi parametri biologici e perioprotesici, al fine di raggiungere un adeguato equilibrio terapeutico e decisionale. Si è in seguito parlato di mucosite e perimplantite, attraverso l'illustrazione d'interessanti casi clinici.Inoltre si è posta l'attenzione su difetti infraossei, profondità di tasca, sanguinamento al sondaggio, mobilità dentale, genetica e fattori predisponenti.Dopo un breve break si è posta l'attenzione della platea su quella che è la prognosi di un elemento parodontale attraverso differenti studi e casi clinici sottolineando la potenzialità di guarigione dei tessuti. Infine si sono valutati pro e contro sia del mantenimento dell'elemento naturale, che della sostituzione con impianti attraverso numerosi casi e l'analisi di quelli che sono i principi biologici e terapeutici. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Gaetano Paolone
Nel nostro terzo incontro un relatore di grande fama, Gaetano Paolone, ci ha parlato di "Procedure cliniche nei restauri diretti". Nell'introduzione si è parlato di successo e sopravvivenza dei restauri diretti e di predicibilitá dei compositi nel tempo. Attraverso interessantissimi esempi clinici sono stati forniti preziosi consigli sulla gestione clinica di questi restauri, in particolare nel settore estetico, attraverso temi quali il corretto utilizzo delle masse per ottenere caratteristiche ottiche e anatomiche il più fedeli al dente naturale. Importante ricordare il ruolo di una scala colori personalizzata, dell'ausilio fotografico e dell'interconnssione tra forma e colore. In seguito il relatore ha trasmesso la sua personale esperienza nell'utilizzo dei sistemi adesivi e dell'isolamento con la diga di gomma. Dopo una breve pausa sono stati mostrati alla platea numerosi casi clinici nei settori posteriori, sottolineando l'importanza di alcuni accorgimenti al fine di ottenere un ottimo contatto interprossimale e non avere sensibilità post trattamento. Si è parlato di modellazione simultanea per ridurre la dimensione del restauro e i ritocchi occlusali. Infine sono stati mostrati alcuni video che hanno attirato l'attenzione stimolando numerose domande da parte dei Dottori presenti in sala. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Daniele Cardaropoli
Nel nostro secondo incontro, il Dott. Daniele Cardaropoli, ci ha parlato di un tema di frequente riscontro clinico: le recessioni gengivali e il loro trattamento chirurgico tramite plastica parodontale. Una prima parte introduttiva è stata dedicata alla definizione del concetto di recessione gengivale, alle sue principali cause, come fattori meccanici, placca, malattia parodontale ed ai fattori predisponenti e determinanti. In seguito è stata illustrata la classificazione delle recessioni di Miller, la quale mostra, che la perdita di supporto parodontale nei siti interprossimali è determinante per il tipo di approccio e la predicibilita' dell'intervento di ricopertura radicolare.
Il relatore ha poi approfondito la chirurgia plastica parodontale in quanto una delle possibili terapie mucogengivali per risolvere le recessioni. Dopo un breve break sono stati mostrati alla platea quelli che sono gli accorgimenti necessari per il successo della terapia per i vari tipi di lesione attraverso differenti casi clinici.
Si è sottolineato come la ricerca scientifica negli ultimi anni abbia elaborato matrici tridimensionali in collagene in sostituzione all'innesto di connettivo. Tale matrice guarisce tramite la stabilizzazione del coagulo, permette il trattamento di recessioni multiple e non può essere utilizzata quando manca tessuto cheratinizzato. Infine si è parlato delle matrici cross linked, che a differenza di quelle in collagene tradizionali, risultano più resistenti, di maggior spessore e senza strato superficiale denso e compatto. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Il relatore ha poi approfondito la chirurgia plastica parodontale in quanto una delle possibili terapie mucogengivali per risolvere le recessioni. Dopo un breve break sono stati mostrati alla platea quelli che sono gli accorgimenti necessari per il successo della terapia per i vari tipi di lesione attraverso differenti casi clinici.
Si è sottolineato come la ricerca scientifica negli ultimi anni abbia elaborato matrici tridimensionali in collagene in sostituzione all'innesto di connettivo. Tale matrice guarisce tramite la stabilizzazione del coagulo, permette il trattamento di recessioni multiple e non può essere utilizzata quando manca tessuto cheratinizzato. Infine si è parlato delle matrici cross linked, che a differenza di quelle in collagene tradizionali, risultano più resistenti, di maggior spessore e senza strato superficiale denso e compatto. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
Dott. Vittorio Franco
Il calendario S.I.A 2019 é stato inaugurato dal Dottor Vittorio Franco nel tema "Approccio clinico alla lunghezza di lavoro in endodonzia".
La gestione della lunghezza di lavoro è un argomento molto controverso e dibattuto in quanto lo spazio endodontico e in particolare il suo limite apicale, è molto difficile da determinare istologicamente.
Il confine endodontico, e quindi la lunghezza di lavoro entro cui il canale verrà sagomato, clinicamente è stabilita dall'operatore in maniera arbitraria e pragmatica.
Per avere un margine di sicurezza nelle prime fasi di sagomatura e avere un'idea preoperatoria di questa misura si possono usare le radiografie apicali con appositi centrarori e la CBCT attraverso software dedicati.
Per determinare poi la lunghezza di lavoro intraoperatoria si ricorre notoriamente all'impiego del rilevatore apicale elettronico (EAL).
Tuttavia nei canali trattati con materiale residuo, così come in quelli calcificati, con riassorbimenti, stripping, perforazioni o apici troppo stretti o ampi, il rilevatore può essere impreciso.
Inoltre non tutti i localizzatori sono uguali e pertanto possono indicarci misure tra loro leggermente discordanti.
Qualora il localizzatore non funzionasse si ricorrerà alla radiografia, sapendo che però risulta imprecisa, in quanto potremmo averla eseguita in una proiezione scorretta.
Dopo una carrellata di quelle che sono le problematiche legate alla lunghezza di lavoro si è parlato dell'anatomia apicale del dente e di quelli che sono gli strumenti adeguati per poter procedere al trattamento. Infine si è parlato della fase di detersione e di otturazione dei canali endodontici anche attraverso vari video che illustravano i vantaggi del differente strumentario disponibile. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)
La gestione della lunghezza di lavoro è un argomento molto controverso e dibattuto in quanto lo spazio endodontico e in particolare il suo limite apicale, è molto difficile da determinare istologicamente.
Il confine endodontico, e quindi la lunghezza di lavoro entro cui il canale verrà sagomato, clinicamente è stabilita dall'operatore in maniera arbitraria e pragmatica.
Per avere un margine di sicurezza nelle prime fasi di sagomatura e avere un'idea preoperatoria di questa misura si possono usare le radiografie apicali con appositi centrarori e la CBCT attraverso software dedicati.
Per determinare poi la lunghezza di lavoro intraoperatoria si ricorre notoriamente all'impiego del rilevatore apicale elettronico (EAL).
Tuttavia nei canali trattati con materiale residuo, così come in quelli calcificati, con riassorbimenti, stripping, perforazioni o apici troppo stretti o ampi, il rilevatore può essere impreciso.
Inoltre non tutti i localizzatori sono uguali e pertanto possono indicarci misure tra loro leggermente discordanti.
Qualora il localizzatore non funzionasse si ricorrerà alla radiografia, sapendo che però risulta imprecisa, in quanto potremmo averla eseguita in una proiezione scorretta.
Dopo una carrellata di quelle che sono le problematiche legate alla lunghezza di lavoro si è parlato dell'anatomia apicale del dente e di quelli che sono gli strumenti adeguati per poter procedere al trattamento. Infine si è parlato della fase di detersione e di otturazione dei canali endodontici anche attraverso vari video che illustravano i vantaggi del differente strumentario disponibile. (Francesca Delucchi e Valeria Villaricca)