Dott. Stefano Piccinelli
La serata SIA di giovedì 3 dicembre, tenutasi allo StarHotel, ha visto come protagonista il Dr. Stefano Piccinelli con il tema delle tecniche indirette nei settori anteriori e posteriori e dei moderni orientamenti. Nello sviluppo di tale argomento si è partiti da una analisi attenta e dettagliata delle ricostruzioni indirette nei settori posteriori elencando gli innumerevoli vantaggi di tale metodica. I vari casi proposti dal relatore hanno posto l'attenzione della platea sui differenti materiali disponibili come ceramica e composito, sulle loro peculiarità e sul loro differente utilizzo anche in relazione alle diverse situazioni cliniche. Ci si è inoltre soffermati sui singoli passaggi della sequenza operativa analizzando in particolar modo le fasi di preparazione, build up e di cementazione, attuata separando l'elemento prossimale con matrici in policarbonato per gestire nel migliore dei modi la fuoriuscita del cemento, controllare gli eccessi e rifinire. Dopo un breve break che ha permesso ai partecipanti di visionare i vari banchetti espositivi, il relatore ha ripreso la propria esposizione esaminando i casi clinici eseguiti nei settori anteriori. Si sono quindi evidenziati importanti indicazioni come discromie, ad esempio per pigmentazioni, fluorosi o medicinali, displasie, fattori anatomici, lesioni cariose o traumi. Il Dr Piccinelli ha anche mostrato differenti metodi di preparazione dell'elemento nel settore anteriore mostrando diverse tecniche come vestibolare a cornice, incisale con chamfer palatale e incisale con spalla butt join analizzando anche le tipologie di materiali disponibili e ponendole a paragone. Si è infine trattato il concetto di estetica sottolineando che la reale armonia non è altro che un equilibrio come limite massimo accettabile di asimmetria. (Stefano e Valeria)
CONGRESSO SIA 2015 - MEMORIAL DUILLO
Il congresso congiunto SIA 2015-Memorial Duillo quest'anno si è sviluppato con temi inerenti al titolo 'evolution and new trend in implantology', con la consueta formula del venerdì, caratterizzato dalle tavole cliniche, e del sabato, dedicato al congresso. Anche questa edizione ha riscosso grande successo visto l'alto numero di partecipanti.
La giornata congressuale é iniziata con una relazione del Dottor Perrini sulla figura di Manlio Formiggini, da considerarsi padre dell'implantologia con i suoi studi e le sue intuizioni pioneristiche; basti citare l'impianto post estrattivo ed il carico immediato da lui praticati già negli anni 50.
A seguire il dott Francesco Mintrone ha approfondito il tema della riabilitazione estetico-funzionale nell'edentulo. In particolare ha sottolineato come una riabilitazione totale richieda uno studio del caso approfondito che passi necessariamente da una riabilitazione provvisoria. La valutazione estetica e funzionale, l'osso residuo, l'eventuale posizione implantare e i materiali saranno la chiave del successo finale.
Il dott Rino Burkhardt ha tenuto una relazione sull'importanza dell'approccio scientifico in parodontologia affermando come la competenza prima ancora della tecnica (seppur indispensabile) sia fondamentale per aver chiaro un 'albero decisionale ' così da ottenere buoni risultati. Il processo di guarigione nel trattamento delle recessioni dipenderà da fattori tecnici, dalle superfici e dal paziente in un equilibrio che può essere definito complesso ma non complicato.
Dopo il break il dott Marco Ronda ci ha stupiti con i suoi casi di rigenerazione ossea trattati con GBR nel mascellare superiore. Ci ha illustrato l'importanza nella gestione dei tessuti molli e nella passivazione del lembo. La tecnica può essere considerata predicibile, estetica e a bassa morbilità. Attraverso una serie di casi si è passati dal trattamento dei difetti verticali della cresta con contestuale rialzo di seno mascellare, a difetti della sola cresta fino alle gravi atrofie.
Infine il dott Simion ha chiuso il congresso parlando della gestione e delle complicanze nei tessuti perimplantari. Particolare attenzione é stata posta relativamente alla maggiore incidenza di perimplantiti negli ultimi anni in concomitanza con l'introduzione delle superfici rugose. Dai suoi dati emerge un aumento della sopravvivenza implantare con superfici macchinate o al più con impianti ibridi rugosi solo nella metà apicale. (Stefano Gambaro)
La giornata congressuale é iniziata con una relazione del Dottor Perrini sulla figura di Manlio Formiggini, da considerarsi padre dell'implantologia con i suoi studi e le sue intuizioni pioneristiche; basti citare l'impianto post estrattivo ed il carico immediato da lui praticati già negli anni 50.
A seguire il dott Francesco Mintrone ha approfondito il tema della riabilitazione estetico-funzionale nell'edentulo. In particolare ha sottolineato come una riabilitazione totale richieda uno studio del caso approfondito che passi necessariamente da una riabilitazione provvisoria. La valutazione estetica e funzionale, l'osso residuo, l'eventuale posizione implantare e i materiali saranno la chiave del successo finale.
Il dott Rino Burkhardt ha tenuto una relazione sull'importanza dell'approccio scientifico in parodontologia affermando come la competenza prima ancora della tecnica (seppur indispensabile) sia fondamentale per aver chiaro un 'albero decisionale ' così da ottenere buoni risultati. Il processo di guarigione nel trattamento delle recessioni dipenderà da fattori tecnici, dalle superfici e dal paziente in un equilibrio che può essere definito complesso ma non complicato.
Dopo il break il dott Marco Ronda ci ha stupiti con i suoi casi di rigenerazione ossea trattati con GBR nel mascellare superiore. Ci ha illustrato l'importanza nella gestione dei tessuti molli e nella passivazione del lembo. La tecnica può essere considerata predicibile, estetica e a bassa morbilità. Attraverso una serie di casi si è passati dal trattamento dei difetti verticali della cresta con contestuale rialzo di seno mascellare, a difetti della sola cresta fino alle gravi atrofie.
Infine il dott Simion ha chiuso il congresso parlando della gestione e delle complicanze nei tessuti perimplantari. Particolare attenzione é stata posta relativamente alla maggiore incidenza di perimplantiti negli ultimi anni in concomitanza con l'introduzione delle superfici rugose. Dai suoi dati emerge un aumento della sopravvivenza implantare con superfici macchinate o al più con impianti ibridi rugosi solo nella metà apicale. (Stefano Gambaro)
Dott. Paolo Casentini - Odt. Alwin Schonenberger
La serata SIA di mercoledì 21 Ottobre 2015, tenutasi presso lo StarHotel, ha ospitato il Dott. Casentini e Odt. Schoenenberger. Tema centrale della serata è stato la relazione tra protesista e odontotecnico, focalizzando l’attenzione soprattutto sugli accorgimenti per il successo protesico.
L’evento ha visto la compartecipazione di un odontoiatra e di un odontotecnico sottolineando come, al giorno d’oggi, la collaborazione tra queste due figure risulti necessaria per fronteggiare le sfide che la moderna odontoiatria propone. Il risultato finale di una riabilitazione protesica deriva soprattutto da una corretta pianificazione degli steps da seguire, questa fase non è più considerata una prerogativa dell’odontoiatra ma deve prevedere il coinvolgimento dell’odontotecnico già nelle fasi preliminari della stessa. Entrambi i relatori hanno sottolineato come, soprattutto quando laboratorio e studio odontoiatrico non si trovano nelle immediate vicinanze, la documentazione fotografica e video possa essere un valido ausilio nella pianificazione del caso e consenta di mantenere una costante linea operativa tra i due professionisti durante tutte le fasi della progettazione protesica. Il progetto digitale che ne risulta, non solo consente di rafforzare il connubio odontoiatra/odontotecnico ma rappresenta altresì un valido strumento di previsualizzazione del risultato finale e di comunicazione con il paziente, rendendolo parte attiva del processo decisionale.
L’Odt. Schoenenberger ha fornito un prezioso contributo alla serata illustrando quali sono i procedimenti di laboratorio e le caratteristiche dei materiali che si celano dietro al risultato protesico finale, ponendo particolare attenzione alla scelta dei materiali da usare. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
L’evento ha visto la compartecipazione di un odontoiatra e di un odontotecnico sottolineando come, al giorno d’oggi, la collaborazione tra queste due figure risulti necessaria per fronteggiare le sfide che la moderna odontoiatria propone. Il risultato finale di una riabilitazione protesica deriva soprattutto da una corretta pianificazione degli steps da seguire, questa fase non è più considerata una prerogativa dell’odontoiatra ma deve prevedere il coinvolgimento dell’odontotecnico già nelle fasi preliminari della stessa. Entrambi i relatori hanno sottolineato come, soprattutto quando laboratorio e studio odontoiatrico non si trovano nelle immediate vicinanze, la documentazione fotografica e video possa essere un valido ausilio nella pianificazione del caso e consenta di mantenere una costante linea operativa tra i due professionisti durante tutte le fasi della progettazione protesica. Il progetto digitale che ne risulta, non solo consente di rafforzare il connubio odontoiatra/odontotecnico ma rappresenta altresì un valido strumento di previsualizzazione del risultato finale e di comunicazione con il paziente, rendendolo parte attiva del processo decisionale.
L’Odt. Schoenenberger ha fornito un prezioso contributo alla serata illustrando quali sono i procedimenti di laboratorio e le caratteristiche dei materiali che si celano dietro al risultato protesico finale, ponendo particolare attenzione alla scelta dei materiali da usare. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Evento congiunto con l'associazione "IL GIGLIO"
Dott. Roberto Barone - Dott. Carlo Clauser
Relatori del primo evento congiunto Giglio-SIA, tenutosi a Firenze sabato 17 Ottobre, sono stati il Dott. Barone e il Dott. Clauser. Tema centrale della mattinata è stata la chirurgia orale avanzata, in riferimento soprattutto all’estrazione dei terzi molari e all’asportazione delle cisti mascellari. I relatori hanno sottolineato la necessità di eseguire tali interventi, diversamente da quanto avveniva in passato, seguendo l’approccio più conservativo possibile al fine di eseguire una chirurgia pulita e minimamente invasiva, arrecando minor disagio post-operatorio al paziente. Elementi imprescindibili per raggiungere tali obiettivi sono una corretta conoscenza anatomica delle sedi di interesse ed un adeguato strumentario, minuziosamente illustrato dai relatori. Nel corso della dissertazione non sono mancati riferimenti alla letteratura internazionale tuttavia l’attenzione è stata posta sugli aspetti pratici e clinici delle procedure chirurgiche, illustrando piccoli accorgimenti che consentono di semplificare le manovre operatorie e di evitare conseguenze spesso debilitanti per il paziente. I numerosi casi clinici presentati e l'approccio interattivo, scelto dai relatori, hanno creato una discussione costruttiva tra i partecipanti consentendo di portare alla luce e risolvere i dubbi clinici che accompagnano la pratica clinica quotidiana.
Al termine della mattinata il pulmino SIA, e con esso un nutrito numero di soci, è ripartito alla volta di Genova. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Al termine della mattinata il pulmino SIA, e con esso un nutrito numero di soci, è ripartito alla volta di Genova. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. Roberto Barone
La prima serata SIA dopo la pausa estiva ha visto protagonista il Dott. Roberto Barone con un argomento di attuale interesse: “Asportazione chirurgica dei terzi molari inferiori: un approccio conservativo”.
Il relatore ha analizzato le possibili strategie per ottenere il successo terapeutico, sottolineando come un approccio corretto non possa prescindere da un’accurata diagnosi clinica e radiografica.
Per affrontare in sicurezza interventi di chirurgia orale, quale l’asportazione dei terzi molari inclusi, è necessaria un’attenta analisi delle indicazioni, un’adeguata pianificazione del caso e la scelta di una tecnica chirurgica efficace e sicura, inscindibile dall’utilizzo di uno strumentario idoneo e moderno.
Nell’illustrare passo dopo passo la sequenza operativa della tecnica chirurgica, il dott. Barone ha soffermato l’attenzione sulla valutazione dei segni di rischio al fine di prevenire danni neurologici, in particolar modo a carico del nervo alveolare inferiore.
Il relatore ha mostrato quindi come un approccio moderno e razionale renda possibile affrontare interventi complessi e invasivi in anestesia locale e permetta di prevenire eventuali complicanze. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il relatore ha analizzato le possibili strategie per ottenere il successo terapeutico, sottolineando come un approccio corretto non possa prescindere da un’accurata diagnosi clinica e radiografica.
Per affrontare in sicurezza interventi di chirurgia orale, quale l’asportazione dei terzi molari inclusi, è necessaria un’attenta analisi delle indicazioni, un’adeguata pianificazione del caso e la scelta di una tecnica chirurgica efficace e sicura, inscindibile dall’utilizzo di uno strumentario idoneo e moderno.
Nell’illustrare passo dopo passo la sequenza operativa della tecnica chirurgica, il dott. Barone ha soffermato l’attenzione sulla valutazione dei segni di rischio al fine di prevenire danni neurologici, in particolar modo a carico del nervo alveolare inferiore.
Il relatore ha mostrato quindi come un approccio moderno e razionale renda possibile affrontare interventi complessi e invasivi in anestesia locale e permetta di prevenire eventuali complicanze. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. Walter Devoto - Prof. Angelo Putignano
L’ultima serata Sia prima dell’estate, tenutasi Lunedì 8 Giugno presso lo StarHotel, ha ospitato il prof. Angelo Putignano, del gruppo Style Italiano.
“Simplexity”, come fare semplicemente cose difficili, è stato il filo conduttore dell’intera relazione, che si è concentrata sull’odontoiatria ricostruttiva e, in modo particolare, sui restauri diretti nei settori anteriori.
Nel restauro diretto, una buona coordinazione tra le esigenze dell’odontoiatra e le caratteristiche del materiale da ricostruzione è considerata il fattore principale per ottenere il successo clinico.
Da una parte il dentista vorrebbe utilizzare tecniche semplici, un minor numero di colori e un unico sistema adesivo, dall’altra il composito necessita di una buona gestione della traslucenza, dell’opacità e di approfondite conoscenze riguardo tinta, croma e valore.
A tale proposito, il prof. Putignano ha identificato una procedura ripetibile che consenta di gestire al meglio queste variabili e di ottenere risultati estetici soddisfacenti.
La tecnica “Controlled body thickness” è stata illustrata in tutti i suoi passaggi dal relatore, dimostrando come l’utilizzo di sole due masse di composito e di strumenti appositamente studiati possa divenire una metodica di uso quotidiano per affrontare casi di natura estetica.
Nella pratica clinica, inoltre, un sostanzioso contributo è fornito dagli sviluppi della tecnologia, in modo particolare per quanto riguarda la fotografia digitale. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
“Simplexity”, come fare semplicemente cose difficili, è stato il filo conduttore dell’intera relazione, che si è concentrata sull’odontoiatria ricostruttiva e, in modo particolare, sui restauri diretti nei settori anteriori.
Nel restauro diretto, una buona coordinazione tra le esigenze dell’odontoiatra e le caratteristiche del materiale da ricostruzione è considerata il fattore principale per ottenere il successo clinico.
Da una parte il dentista vorrebbe utilizzare tecniche semplici, un minor numero di colori e un unico sistema adesivo, dall’altra il composito necessita di una buona gestione della traslucenza, dell’opacità e di approfondite conoscenze riguardo tinta, croma e valore.
A tale proposito, il prof. Putignano ha identificato una procedura ripetibile che consenta di gestire al meglio queste variabili e di ottenere risultati estetici soddisfacenti.
La tecnica “Controlled body thickness” è stata illustrata in tutti i suoi passaggi dal relatore, dimostrando come l’utilizzo di sole due masse di composito e di strumenti appositamente studiati possa divenire una metodica di uso quotidiano per affrontare casi di natura estetica.
Nella pratica clinica, inoltre, un sostanzioso contributo è fornito dagli sviluppi della tecnologia, in modo particolare per quanto riguarda la fotografia digitale. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Prof. Antonio Barone
La serata S.I.A. di Martedì 12 maggio 2015, tenutasi presso lo StarHotel, ha visto protagonista il Prof. Antonio Barone e gli impianti post estrattivi.
Come bisogna comportarsi di fronte ad un alveolo post estrattivo e in base a quali parametri prendere una decisione sono stati i quesiti inizialmente posti dal relatore. Per poter gestire al meglio le modifiche dimensionali che fisiologicamente si presentano, in modo particolare nei settori anteriori, si devono rispettare parametri inerenti i tessuti duri e i tessuti molli. In base alla compromissione di uno o di entrambi questi ultimi elementi il relatore ha distinto l'alveolo post estrattivo in tre tipologie: adeguato, compromesso e deficitario. Per ciascuna classe il Prof. Barone ha illustrato, con l'ausilio di diversi casi clinici, successi e insuccessi in relazione alle differenti tecniche chirurgiche utilizzate.
Per preservare il volume osseo crestale negli ultimi anni ha assunto sempre maggior rilevanza la ridge preservation, ossia l'utilizzo di biomateriali e membrane a livello dell'alveolo. A tal proposito, tra i messaggi da portare a casa, il relatore ha sottolineato come questa metodica possa diminuire l'entitá dei cambiamenti orizzontali e verticali del sito post estrattivo e rappresenti la tecnica di elezione nel trattamento implantare di alveoli deficitari e compromessi. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Come bisogna comportarsi di fronte ad un alveolo post estrattivo e in base a quali parametri prendere una decisione sono stati i quesiti inizialmente posti dal relatore. Per poter gestire al meglio le modifiche dimensionali che fisiologicamente si presentano, in modo particolare nei settori anteriori, si devono rispettare parametri inerenti i tessuti duri e i tessuti molli. In base alla compromissione di uno o di entrambi questi ultimi elementi il relatore ha distinto l'alveolo post estrattivo in tre tipologie: adeguato, compromesso e deficitario. Per ciascuna classe il Prof. Barone ha illustrato, con l'ausilio di diversi casi clinici, successi e insuccessi in relazione alle differenti tecniche chirurgiche utilizzate.
Per preservare il volume osseo crestale negli ultimi anni ha assunto sempre maggior rilevanza la ridge preservation, ossia l'utilizzo di biomateriali e membrane a livello dell'alveolo. A tal proposito, tra i messaggi da portare a casa, il relatore ha sottolineato come questa metodica possa diminuire l'entitá dei cambiamenti orizzontali e verticali del sito post estrattivo e rappresenti la tecnica di elezione nel trattamento implantare di alveoli deficitari e compromessi. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. Mauro Cabiddu
La serata SIA di Lunedì 20 aprile ha accolto il Dott. Cabiddu e un argomento di indiscusso interesse, “L’endodonzia razionale: la ricerca del successo nel quotidiano”.
Attraverso l’utilizzo della piramide di Cohen, il relatore ha esposto gli steps a cui l’odontoiatra deve fare riferimento nell’approccio a un caso di natura endodontica.
Alla base della piramide troviamo un aspetto spesso sottovalutato quale la chief compliance, ovvero il motivo per cui il paziente si rivolge a noi; infatti l’odontoiatra non sempre è propenso ad ascoltare le problematiche del paziente, ma tende a concentrarsi primariamente sui test diagnostici.
Una volta eseguiti gli esami clinici e strumentali, l’odontoiatra che si trovi di fronte ad un caso particolarmente complesso deve riconoscere la possibilità di chiedere un consulto ad un collega più esperto o riferire il paziente.
Mediante un’ampia revisione della letteratura, il relatore ha affrontato i temi principali dell’endodonzia: endodonzia primaria, secondaria ortograda e chirurgica. Per ognuno di questi temi ha proposto una metodica di trattamento, analizzando varie tecniche di strumentazione, sagomatura, detersione e otturazione canalare, alla luce dei nuovi materiali in commercio.
I numerosi studi clinici proposti durante la serata hanno sottolineato quali siano i fattori che influiscono sul successo e insuccesso del piano terapeutico e, sulla base di questi, il relatore ha ricordato come l’applicazione delle proprie conoscenze e l’utilizzo di strumenti dedicati siano elementi imprescindibili per la corretta riuscita del trattamento. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Attraverso l’utilizzo della piramide di Cohen, il relatore ha esposto gli steps a cui l’odontoiatra deve fare riferimento nell’approccio a un caso di natura endodontica.
Alla base della piramide troviamo un aspetto spesso sottovalutato quale la chief compliance, ovvero il motivo per cui il paziente si rivolge a noi; infatti l’odontoiatra non sempre è propenso ad ascoltare le problematiche del paziente, ma tende a concentrarsi primariamente sui test diagnostici.
Una volta eseguiti gli esami clinici e strumentali, l’odontoiatra che si trovi di fronte ad un caso particolarmente complesso deve riconoscere la possibilità di chiedere un consulto ad un collega più esperto o riferire il paziente.
Mediante un’ampia revisione della letteratura, il relatore ha affrontato i temi principali dell’endodonzia: endodonzia primaria, secondaria ortograda e chirurgica. Per ognuno di questi temi ha proposto una metodica di trattamento, analizzando varie tecniche di strumentazione, sagomatura, detersione e otturazione canalare, alla luce dei nuovi materiali in commercio.
I numerosi studi clinici proposti durante la serata hanno sottolineato quali siano i fattori che influiscono sul successo e insuccesso del piano terapeutico e, sulla base di questi, il relatore ha ricordato come l’applicazione delle proprie conoscenze e l’utilizzo di strumenti dedicati siano elementi imprescindibili per la corretta riuscita del trattamento. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Prof. Franco Brenna
In un periodo storico che vede pazienti con sempre minori disponibilità, sia in termini economici sia di tempo, l'odontoiatra deve cercare di ottimizzare la triade qualità, tempo e costi. A tal proposito il Dott. Brenna, nella serata SIA tenutasi ieri, Giovedi 19 marzo 2015, ha enfatizzato l'importanza della tecnologia nel raggiungimento di tale obiettivo. Infatti, l'avvento di macchinari quali il Cerec consente all'odontoiatra di risparmiare sui materiali, soprattutto in caso di riabilitazioni estese e corone singole piuttosto che in caso di intarsi, nonché di eseguire prestazioni chair side con conseguente diminuzione del numero di sedute del paziente. Tale tecnologia, introdotta già negli anni ‘90, ha raggiunto recentemente livelli di sviluppo eccellenti, consentendo all'odontoiatra comune, e non solo ai grandi maestri, di ottenere restauri esteticamente validi in tempi ragionevoli. A dimostrazione di ciò, il relatore, con l’ausilio di numerosi casi ampliamente documentati, ha esposto passo dopo passo le fasi diagnostico-cliniche di tali riabilitazioni complesse.
Il Dott. Brenna ha sottolineato più volte, nel corso della relazione, come il lavoro dell'odontoiatra per poter essere competitivo sul mercato debba adeguarsi al progresso scientifico, sia per quanto riguarda i materiali sia per quanto riguarda i macchinari. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il Dott. Brenna ha sottolineato più volte, nel corso della relazione, come il lavoro dell'odontoiatra per poter essere competitivo sul mercato debba adeguarsi al progresso scientifico, sia per quanto riguarda i materiali sia per quanto riguarda i macchinari. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. Roberto spreafico
Tema della serata SIA di Mercoledì 18 Febbraio 2015 sono state le “Ricostruzioni conservative semplici e complesse: dalle metodiche tradizionali al CAD-CAM” presentate dal Dott.Roberto Spreafico, autore di numerosi articoli e testi sull’odontoiatria estetica e adesiva. La crescente diffusione dell’odontoiatria adesiva dipende direttamente dal miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche ed estetiche delle resine composite, che consentono l’esecuzione di restauri diretti, semidiretti ed indiretti. La scelta del materiale da restauro e della tecnica da utilizzare devono essere finalizzate all’ottenimento di una sempre maggiore longevità della ricostruzione; da una revisione della letteratura emerge che i fattori principali del fallimento sono da ricercarsi in ragioni meccaniche, quali la frattura del dente o del restauro, piuttosto che nella recidiva cariosa. Per quanto riguarda la tecnica, la soluzione ideale consiste nel ricercare la minima invasività, il minor costo, il minor numero di appuntamenti, la maggior longevità e la metodica più adatta alle mani del singolo odontoiatra. Quindi quale scegliere? il ventaglio di proposte del Dott.Spreafico varia da ricostruzioni dirette, per cavità di piccole dimensioni, a ricostruzioni indirette, per lesioni di maggiore entità che presentino un ridotto substrato dentale o che richiedano il ricoprimento cuspidale, fino alle moderne tecnologie, quali il CAD-CAM, che consentono di ottenere restauri in diversi materiali con metodica semidiretta.
Il vantaggio di quest’ultima opzione consiste in un maggior controllo dell’anatomia occlusale e del punto di contatto, nonché nella possibilità di concludere il lavoro in un’unica seduta. La tecnologia CAD-CAM consente di realizzare intarsi, faccette, provvisori, ponti e corone su denti naturali e su impianti e le moderne endocrown, tecnica, quest’ultima, molto promettente seppur necessiti di ulteriori studi in vivo. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Il vantaggio di quest’ultima opzione consiste in un maggior controllo dell’anatomia occlusale e del punto di contatto, nonché nella possibilità di concludere il lavoro in un’unica seduta. La tecnologia CAD-CAM consente di realizzare intarsi, faccette, provvisori, ponti e corone su denti naturali e su impianti e le moderne endocrown, tecnica, quest’ultima, molto promettente seppur necessiti di ulteriori studi in vivo. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. Riccardo Ammannato
Un cambio di programma, causa condizioni metereologiche avverse, ha visto come protagonista della prima serata SIA del 2015 il Dott. Ammannato. La serata, tenutasi mercoledì 21 gennaio presso lo StarHotel, ha avuto come filo conduttore l'odontoiatria restaurativa diretta e indiretta.
Come precisato dal Dott. Ammannato nella scelta del piano terapeutico un fattore non trascurabile è l'etá del paziente infatti l'aumento della longevitá della popolazione si riflette nella necessitá di un aumento della durata dei restauri nonchè nella possibilitá di reintervenire con ricostruzioni maggiormente aggressive, in caso di fallimento del restauro precedentemente eseguito. Per questo motivo, e anche grazie al miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche ed estetiche delle resine composite, ove possibile la scelta terapeutica deve propendere verso restauri diretti e solo in seguito verso restauri indiretti parziali e totali. In caso di ricostruzione diretta nel settore frontale sorge spontanea la domanda: riusciremo a riprodurre un'estetica adeguata? La cut back technique, presentata dal Dott. Ammannato, sembra offrire una risposta a tale domanda rendendo il risultato finale meno operatore-dipendente rispetto alla tecnica classica. Ulteriore spunto di riflessione per i partecipanti è stata la presentazione della index technique, tecnica che consente di restaurare in modo estremamente conservativo elementi erosi/abrasi mediante l'ausilio di mascherine in silicone. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Come precisato dal Dott. Ammannato nella scelta del piano terapeutico un fattore non trascurabile è l'etá del paziente infatti l'aumento della longevitá della popolazione si riflette nella necessitá di un aumento della durata dei restauri nonchè nella possibilitá di reintervenire con ricostruzioni maggiormente aggressive, in caso di fallimento del restauro precedentemente eseguito. Per questo motivo, e anche grazie al miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche ed estetiche delle resine composite, ove possibile la scelta terapeutica deve propendere verso restauri diretti e solo in seguito verso restauri indiretti parziali e totali. In caso di ricostruzione diretta nel settore frontale sorge spontanea la domanda: riusciremo a riprodurre un'estetica adeguata? La cut back technique, presentata dal Dott. Ammannato, sembra offrire una risposta a tale domanda rendendo il risultato finale meno operatore-dipendente rispetto alla tecnica classica. Ulteriore spunto di riflessione per i partecipanti è stata la presentazione della index technique, tecnica che consente di restaurare in modo estremamente conservativo elementi erosi/abrasi mediante l'ausilio di mascherine in silicone. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)
Dott. Filippo Graziani
Il Prof. Filippo Graziani, parodontologo di fama internazionale, è stato ospite della serata SIA di Lunedì 9 Febbraio, con un argomento di attuale importanza, la “Terapia conservativa parodontale”. La parodontopatia è la più grande epidemia che sta affrontando l’uomo moderno, colpendo circa una persona su due; alla luce di questo dato, il relatore ha illustrato in maniera semplice ed esaustiva come affrontare questa patologia nel quotidiano. Di fondamentale importanza è la centralità che assume il paziente in questo percorso, è quindi interessante comprendere come egli percepisce questo problema in modo da renderlo conscio delle cause e delle conseguenze, nonché partecipe dell’iter terapeutico. A tale proposito l’elemento chiave è un’efficace comunicazione, basata su un’approfondita conoscenza della patologia parodontale per quanto concerne cause, epidemiologia ed effetti sistemici ad essa correlati, elementi analizzati dal relatore tramite numerosi studi clinici di natura odontoiatrica e non solo. La terapia parodontale contemporanea è basata, oltre che sull’attenzione al paziente, sull’evidenza, sulla minima invasività e sulla qualità del trattamento. Il punto di partenza è una corretta terapia causale, che però non può prescindere da una quotidiana collaborazione del paziente, che deve quindi essere istruito sui presidi e sulle manovre di igiene orale. Solo dopo aver ottenuto questi risultati, l’odontoiatra può rivolgere l’attenzione alla terapia chirurgica, della quale il Prof.Graziani ha presentato alcuni esempi, avvalendosi di supporti didattici multimediali e numerosi casi clinici. In conclusione, ha soffermato l’attenzione sul management dello studio odontoiatrico, elemento non di secondaria importanza, date le condizioni socio-economiche attuali. (Martina Calosso ed Enrica Sardi)