Dott. Marco Ferrari - 20 Febbraio
Eccoci ritrovati al primo dei nostri incontri serali del 2024. Per l’occasione, nella ormai consueta sede Sala Quadrivium, è stato ospitato il professor Marco Ferrari che ha portato alla nostra attenzione la sua presentazione: “Approccio protesico del dente trattato endodonticamente: piano di trattamento e soluzioni ricostruttive conservative”.
Lo spunto iniziale dal quale è partito il Professor Ferrari è di ragionare in termini di pazienti e non di denti. Infatti, spesso quando si approccia il tema del ripristinare l’anatomia di un dente trattato endodonticamente non si parla della situazione del singolo dente ma di una situazione contingente da integrare in un piano di trattamento globale del paziente. E per farlo bisogna in primis valutare se quel dente rientra o meno nel piano di trattamento, se il trattamento di quel dente è sostenibile da un punto di vista biologico, economico e sociale. Attualmente, l’odontoiatria moderna consente di salvare e protesizzare la maggior parte di radici ma bisogna sempre valutare la sostenibilità del trattamento e i risultati a lungo termine, tenendo ben presente la differenza tra i trattamenti che portano a casi di tipo “survival“ e quelli che portano a casi di tipo “success”.
Valutato questo bisogna capire se ed eventualmente quali parafunzioni ci siano, il grado di usura, le necessità del paziente ed infine si può passare al dente, per valutare la quantità di corona residua, la possibilità di ottenere un buon sigillo marginale ed infine l’anatomia canalare.
Ricordando che il perno non è un rinforzo che diamo alla struttura dentale bensì una superficie di adesione aggiuntiva in continuità con il sistema canalare, il Professor Ferrari ci ricorda anche come uno dei principali obbiettivi nel ricostruire un dente endodonticamente trattato deve essere quello di valutare la struttura coronale residua e di mantenerne il più possibile per poter sfruttare al meglio le caratteristiche chimiche e biomeccaniche dell’odontoiatria adesiva che consentono a restauro e dente di solidarizzare come se fossero una cosa sola.
Inoltre ci fornisce un vademecum per quanto riguarda il trattamento di questi denti, in particolare:
Lo spunto iniziale dal quale è partito il Professor Ferrari è di ragionare in termini di pazienti e non di denti. Infatti, spesso quando si approccia il tema del ripristinare l’anatomia di un dente trattato endodonticamente non si parla della situazione del singolo dente ma di una situazione contingente da integrare in un piano di trattamento globale del paziente. E per farlo bisogna in primis valutare se quel dente rientra o meno nel piano di trattamento, se il trattamento di quel dente è sostenibile da un punto di vista biologico, economico e sociale. Attualmente, l’odontoiatria moderna consente di salvare e protesizzare la maggior parte di radici ma bisogna sempre valutare la sostenibilità del trattamento e i risultati a lungo termine, tenendo ben presente la differenza tra i trattamenti che portano a casi di tipo “survival“ e quelli che portano a casi di tipo “success”.
Valutato questo bisogna capire se ed eventualmente quali parafunzioni ci siano, il grado di usura, le necessità del paziente ed infine si può passare al dente, per valutare la quantità di corona residua, la possibilità di ottenere un buon sigillo marginale ed infine l’anatomia canalare.
Ricordando che il perno non è un rinforzo che diamo alla struttura dentale bensì una superficie di adesione aggiuntiva in continuità con il sistema canalare, il Professor Ferrari ci ricorda anche come uno dei principali obbiettivi nel ricostruire un dente endodonticamente trattato deve essere quello di valutare la struttura coronale residua e di mantenerne il più possibile per poter sfruttare al meglio le caratteristiche chimiche e biomeccaniche dell’odontoiatria adesiva che consentono a restauro e dente di solidarizzare come se fossero una cosa sola.
Inoltre ci fornisce un vademecum per quanto riguarda il trattamento di questi denti, in particolare:
- L’ endodonzia va sempre fatta bene. Un’endodonzia malfatta è sinonimo di fallimento. Valutare sempre l’anatomia del canale dente per dente e radice per radice per intercettare eventuali canali calcificati, anatomia complessa, riassorbimento, danni iatrogeni
- Mai perni nelle radici mesiali dei diatorici inferiori e nelle radici vestibolari dei superiori. È sempre un errore, non ci sono le giuste condizioni.
- L’anatomia della camera pulpare può essere ritentiva, ampia e con dentina coronale che è più favorevole all’adesione e ci consente di non andare a preparare alcun canale e passare direttamente alla ricostruzione adesiva, senza inserire post.
- No perni in anatomie complesse.
- Lasciare almeno 5mm di guttaperca a sigillare.